PROCESSO STATO-MAFIA E PROCEDURE FARLOCCHE!


     STATO-MAFIA: NAPOLITANO;DOMANI DECISIONE SU PRESENZA IMPUTATI      (ALLE SPALLE DI NAPOLITANO E’ SCRITTO “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI”)

     Da alcuni mesi, sullo svolgimento del processo STATO-MAFIA esiste un vero teatrino, per nulla divertente che, di fatto, tende a stabilire o ha già stabilito, che quanto scritto nei Tribunali è una favoletta da raccontare come se fosse una favola.

       Non è la prima volta che con gli stessi attori che ciò si verifica. L’abbiamo già registrato quando persino la Corte Costituzionale che, non dimentichiamolo, per 2/3 è di nomina politica, ha inventato nuove procedure nel conflitto di attribuzione tra l’inquilino del Colle e la Procura di Palermo a proposito delle registrazioni INDIRETTE e casuali delle conversazioni telefoniche tra il capo dello Stato ed un indagato, prima, e poi imputato di falsa testimonianza, attribuendo, dove non c’era il “segreto professionale” riservato solo ai confessori, agli avvocati, ai medici e credo non ad altri, decretando che, in violazione del diritto della difesa, quei nastri registrati venissero distrutti senza che nessuno potesse conoscere il loro contenuto 

       La storia si ripete: Giorgio Napolitano, su richiesta del Pm è stato citato in qualità di testimone e sarà sentito, secondo le norme, al Quirinale il 28 ottobre. Ma già prima di questa decisione, il testimone aveva ripetutamente cercato di sottrarsi al suo dovere di testimoniare affermando, anche per iscritto, che non aveva nulla di importante da stabilire come se fossero i testimoni, tutti i testimoni, a poter stabilire autonomamente la valenza dell’importanza di ciò che saranno chiamati a riferire, SOTTO GIURAMENTO, in risposta  a precise domande dell’accusa e delle difese degli imputati nel processo.

      Come detto, la questione preliminare è stata risolta ribadendo la sua convocazione come testimone e, su sua indicazione, il 28 ottobre la Corte da Palermo si trasferirà a Roma dove, nel Palazzo del Quirinale, sede pro tempore del capo dello Stato, Napolitano sarà interrogato.

           Nel rispetto delle norme processuali in vigore, gli imputati Totò Riina, Leoluca Bagarella e l’ex ministro Nicola Mancino, quest’ultimo accusato di falsa testimonianza, hanno richiesto di assistere alla deposizione del capo dello Stato, i primi due in teleconferenza dall’ergastolo dove si trovano per altri reati, e Mancino personalmente con i suoi legali nel locale del Quirinale dove la Corte si riunirà per l’interrogatorio dell’illustre testimone.

          Quasi prevedendo ciò che sarebbe successo, la Procura di Palermo, in una memoria depositata in Corte d’Assise, aveva espresso parere favorevole, come era ovvio perchè stabilito dalle norme in vigore, alla presenza di tutti i richiedenti ad assistere alla deposizione del capo dello Stato al Quirinale.

          La Procura di Palermo, oltre ad esprimere il suo parere positivo ha sottolineato anche che UN’EVENTUALE ESCLUSIONE A FRONTE DI UNA PRECISA ISTANZA, POTREBBE DETERMINARE UNA NULLITA’ PROCESSUALE.

          Ma, proprio oggi si è avuta notizia che la Corte d’Assise di Palermo, che si era riservata di decidere, HA RIGETTATO LA RICHIESTA DEGLI IMPUTATI TOTO’ RIINA, LEOLUCA BAGARELLA E NICOLA MANCINO DI ASSISTERE ALLA DEPOSIZIONE DEL CAPO DELLO STATO, NELL’AMBITO DEL PROCESSO STATO-MAFIA, FISSATA AL QUIRINALE PER IL 28 OTTOBRE perchè, a suo avviso, “L’ESCLUSIONE DELLA PRESENZA DEGLI IMPUTATI NON LEDE IL DIRITTO DI DIFESA”.

        Le argomentazioni della Corte d’Assise di Palermo per giustificare la sua decisione, subito contestata ufficialmente dalla difesa di Mancino ed assunta a verbale, sostiene cose non suffragate sul piano del diritto come che “AL QUIRINALE LA COSTITUZIONE RICONOSCE UNA IMMUNITAà CHE DI PER Sè IMPEDISCE LA PRESENZA DEGLI IMPUTATI ALLA DEPOSIZIONE DEL CAPO DELLO STATO”.

         Tale decisione, se contestata dai difensori anche nel corso dell’udienza sarà il grimaldello che potra’ far saltare il processo alla mafia ed a chi, dallo Stato, tifava e trattava con la mafia, secondo l’istruttoria.

         E lo spettacolo continua nelle aule di giustizia come nel Parlamento!                                                                                                                         

                                                                                                                                  

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Nato in provincia di Reggio Calabria dove si è diplomato. Emigrato a Novara a 18 anni dove ha abitato e lavorato per 50 anni. Attualmente, pensionato, vive in provincia di Bergamo. Ama l'alta montagna, soprattutto l'Alta Val Venosta, in provincia di Bolzano dove trascorre le sue vacanze estive ; quest'anno per il 27° anno. Amo gli animali, soprattutto i cani come il mio Spillo che vive con me da 14 anni, raccolto a 6 mesi sull'orlo di una strada provinciale lombarda buttato in un sacchetto come un rifiuto da un'auto in movimento! Sino alla scorsa estate siamo andati insieme in alta montagna oltre i 3.000 m. di quota. Spero di tornarci ancora! Sono in WhatsApp. Appartieni alla cerchia dei miei amici? Chiamami.
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