(La mamma del piccolo Loris)
Le ultime notizie provenienti da fonti investigative confermerebbero che Loris, sarebbe stato ucciso con un laccio di plastica, una fascetta come quelle utilizzate dagli elettricisti, stretta attorno al collo.
Questo sarebbe il modo barbaro come è stato ucciso quel povero bimbetto nel corso della mattinata, tra le 10 e le 10,30 di sabato scorso, 29 novembre.
Per quanto riguarda, invece, il luogo dove è stato ucciso, si brancola ancora nel buio.
Qualche elemento nuovo per cercare di dare un volto ed un nome all’assassino di Loris sarebbe emerso dalla rilettura dei primi esiti dell’autopsia.
La causa della morte resta quella dell’asfissia da strangolamento ma cambierebbe il modo in cui è stata provocata, non a mani nude, come si era ipotizzato in un primo momento ma appunto, con un laccio di plastica.
L’esame del corpicino avrebbe evidenziato anche alcuni graffi sul viso e sul collo probabilmente causati da un attrezzo utilizzato per tagliare la fascetta dopo che questa era stata stretta al collo di Loris.
Nel corso della perquisizione della polizia scientifica nell’abitazione della famiglia Stival sarebbero state sequestratw un paio di forbicine che dovranno essere esaminate per verificare l’eventuale compatibilità con i graffi sul collo di Loris.
In attesa della verifica di tutti gli esami disposti, polizia e carabinieri sono tornati a scavare nel racconto fatto dalla mamma perchè, a loro avviso, conterebbe numerose contraddizioni. Almeno tre, stando ai due verbali firmati dalla donna.
La prima riguarda la distanza dalla scuola alla quale sarebbe stato lasciato Loris: 500 metri nella prima versione, una decina di metri nella seconda.
Anche qualche lacuna nel discorso relativo al corso di cucina frequentato. In un laso dice di esserci andata subito dopo avere accompagnato il figlio più piccolo alla ludoteca, nell’altro di essere passata prima da casa per delle “faccende domestiche”.
C’è poi il sacchetto della spazzatura gettato in strada lungo un percorso che non ha nulla a che fare con la scuola di Loris ma è invece compatibile con la strada del Mulino Vecchio: un episodio che non era stato raccontato nel primo verbale,
Questa sarebbe stata la ragione per la quale polizia e carabinieri ieri hanno fatto ripercorrere alla donna insieme a loro la strada fatta quella mattina con la sua Polo nera. Iniziativa presa dalla Procura per cercare di chiarire le discordanze emerse dal racconto.
Nel frattempo la procura avrebbe disposto l’acquisizione dei dati indicativi del percorso seguito il 29 novembre dall’auto della mamma di Loris attraverso l’esame del rilevatore Gps presente sull’auto della donna perchè installato nell’ambito del contratto assicurativo sulla Polo della signora.
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