Ho aspettato qualche giorno a parlare di Napolitano e della sua ultima uscita contro la cosiddetta antipolitica che al Colle pare un’emergenza molto più grave del cancro corruttivo che ci sta uccidendo. Ho aspettato perché a caldo mi sarei lasciato andare a contumelie ancor più gravi di quelle con cui il Quirinale vilipende l’intelligenza degli italiani. Ecco ci dovrebbe essere nel codice penale e civile il reato di vilipendio del popolo. Ma adesso sono molto più calmo e quindi posso serenamente affrontare un discorso sul “coniglio bianco in campo bianco” la nota definizione che Ferrara diede di Napolitano, della sua innata codardia, del suo rimanere sempre a bordo campo e di mimetizzarsi, nu guaglione fatt’a vecchio come disse di lui lo scrittore Luigi Compagnone.
Ma questa volta il vegliardo guaglione ci ha mostrato in extremis il morso del coniglio, ha svelato, nella bizzosità naturale dei ruggenti 90, un animus forse nascosto per interi…
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