Euro o non euro è evidente che la Grecia non sarà mai in grado di ripagare i creditori (non quelli originari, ma quelli sopravvenuti dopo tre passaggi di mano e ondate speculative): rimanendo nella moneta unica sarà necessaria una robusta cancellazione del debito, nel caso di un ritorno alla moneta nazionale sarà la svalutazione della divisa stessa a fungere da cancellazione, escluso una piccola parte di titoli in mano ai privati che sarò onorata in euro.
Le due strade corrono dunque parallele da questo punto di vista anche se si divaricano completamente negli effetti a medio termine: da una parte un Paese dentro la moneta unica, privo di qualsia autonomia di azione, sottoposto a un continuo ricatto, mangiato pezzo a pezzo dagli interessi multinazionali, espropriato dei beni potenziali (vedi gas nell’egeo) e costretto a un impoverimento continuo. Dall’altra un Grecia che dopo due o tre anni di caos di grandi difficoltà ritrova competitività grazie al differenziale…
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