Il nostro capo dei “pataccari parolai” è andato persino a New York ad esaltare i taroccati, miracolosi effetti del Jobs Act (ancora una volta gli dico che sarebbe oltremodo utile si esprimesse nella lingua materna!) e le immagini dell’Assemblea generale dell’ONU hanno fatto vedere quanto interesse abbiano destato negli astanti!
L’esattezza degli effetti reali della sua controriforma sul lavoro, dalla cancellazione dell’aert.18 con relativo diritto dei “padroni” di licenziare i lavoratori a loro piacimento, era stata già documentata dallo staff di Diacona a “PRESA DIRETTA” due domeniche fa ed era emerso come il dato dell’occupazione che risulterebbe in crescita, oltre che misero, in effetti sia “drogato” e dipende dagli sgravi garantiti ai padroni per le assunzioni stabili (8 mila euro l’anno per tre anni per ogni posto) indipendentemente che si tratti di posti di lavoro nuovi o, come sta succedendo, di trasformazione di precariato in posti stabili con variazione infinitesimale e creazione ridotta di altri precari al loro post e che il governo aveva promesso di debellare.
A conferma del “fuoco di paglia per il quale sono già stati spesi 11,7 miliardi e per il 2015 ne mancano altri 3, ci ha pensato subito l’UE raffreddando le nuove promesse (“””Basta imu sulla 1^ casa!””” ) ricordando al fanfarone che “””TOGLIERE LE TASSE NON FA CRESCERE L’ECONOMIA””” fa crescere solo il debito pubblico che, con l’attuale governo galoppa a ritmo vertiginoso.
Il dato dell’UE, del resto è stato ripreso e confermato immediatamente dalla Corte dei Conti e dai “Tecnici” delle Camere (Gufi anche loro!) i quali hanno affermato che i numeri, taroccati, di Padoan “NON TORNANO” e che le mine vaganti dell’aumento dell’IVA e delle accise sui carburanti – norme di salvaguardia – sono state disinnescate solo per il 2016.
E’ vero, invece, che l’analisi di tutti i dati sul lavoro fa emergerne uno inquietante sulla percezione della ripresa in atto basata sul microscopico aumento dei consumi e sulla presenza di intere famiglie nei Centri Commerciali nei giorni festivi. Spesso è il solo modo di svagarsi, stare insieme e mangiarsi forse un gelato.
Quindi ieri sera Renzi dal palcoscenico del TG3 dove avrebbe dovuto limitarsi a smentire ma lo ha fatto solo parzialmente!) l’attacco alle Reti Rai ed al TG3, ha perso una buona occasione per evitare di gioire di dati che conosce o dovrebbe conoscere invece di sparare numeri a casaccio. C’è poco o nulla di cui gioire o per suonare la grancassa.
Forse avrebbe fatto meglio a preoccuparsi, ricordandolo, che la disoccupazione giovanile è arrivata al 40,7% e offrendo anche al cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale, l’occasione per rammentargli che “””LE INFORMAZIONI E I DATI SI RINCORRONO E NON DI RADO SI CONTRADDICONO. CIO’ NON GIOVA A RESTITUIRE FIDUCIA. E’ SOPRATTUTTO L’ECONOMIA REALE CHE DEVE FORNIRE DATI CERTI E CONCRETI!”””.
A giorni (30 per essere esatti) verrà fuori il dato corretto con i disoccupati del dopo expò, diranno che è un dato stagionale come se expò fosse un elemento strutturale.
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ma siamo solo tu ed io che ci rendiamo conto che ci prendono per i fondelli o tutti gli altri Italiani se le bevono come se fossero rosolio? Ciao, Paolo. Buona notte.
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Il segreto è che la maggior parte della gente preferisce leggere le previsioni del tempo piuttosto che aprire la finestra e vedere se piove. Renzi risponde bene al folle bisogno di ottimismo di una società articolata in dove ognuno si accontenta del piccolo ruolo anonimo che interpreta sperando di trarne il maggior vantaggio possibile o il minor danno probabile.
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Assolutamente d’accordo. Ciao, Paolo buona giornata.
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