Purtroppo sono ormai tante le volte che questo blog registra questo stesso argomento ed ogni volta sono stati segnalati i mezzi tecnici e tecnologici che, con una spesa non esagerata, potrebbero evitare che succedano altre disgrazie come questa.
Certo che se le fabbriche di automobili adottassero di serie l’uso di quanto già esiste sul mercato la spesa sarebbe di gran lunga inferiore e le famiglie con figli piccoli sarebbero incentivate a comprare proprio quelle auto più sensibili al problema.
Nel caso specifico, la bimba di 16 mesi è morta perchè una mamma, sicuramente stressata e stanca o altrimenti disperata, ha dimenticato la sua bambina in auto, sicuramente perchè convinta di averla già accompagnata all’asilo nido prima di dirigersi verso il proprio posto di lavoro, il Municipio di Castelfranco dove è segretaria comunale.
Come è successo tante altre volte prima, ha parcheggiato la sua auto al parcheggio più vicino e si è accorta della sua piccola rimasta in auto solo all’uscita dal lavoro, dopo circa 6 ore, quando il suo urlo disperato e straziante ha dato l’allarme a quanti occupavano ancora la piazza.
Subito scattato l’allarme ma anche il tentativo dell’uso del defibrillatore per rianimare la tenera bimba è stato inutile.
Personalmente credo che servirà a poco se non a rendere quella mamma più disperata il fatto che rischierà l’accusa di “omicidio colposo e di abbandono di minore” come freddamente recita il codice penale.
Molto di più servirebbe, in casi del genere, che dei veri professionisti del mestiere, psicologi e psichiatri, studiassero i meccanismi che che scattano nella psiche umana da fare dimenticare in auto la propria bimba nella convinzione di averla già lasciata, invece, all’asilo nido come aveva già fatto in tutte le altre giornate precedenti.
Ma a parte la cronaca, il freddo concatenare degli eventi, sui quotidiani nessun luminare della scienza cercherà di riflettere e farci riflettere su che cosa succede nel “cervello” di una mamma o di un padre. Ed al processo solo gli avvocati cercheranno di fornire alibi per ridurre la pena. MA QUELLE MAMME E QUEI PADRI AI QUALI E’ SUCCESSA UNA COSA DEL GENERE SONO STATI ALL’ISTANTE GIA’ CONDANNATI, SENZA PROCESSO, AD UNA PENA CHE NON FINIRA’ MAI, UN VERO ERGASTOLO, DAL GIUDICE SEVERO E IMPARZIALE, LA PROPRIA COSCIENZA!
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