“””COME ABBIAMO FATTO A SOPRAVVIVERE NOI BAMBINI DEGLI ANNI 50-60-70-80?”””


     Oggi, un mio ex alunno di tanti anni fa, Mario, mi ha reso partecipe di un suo simpaticissimo post con il quale, saggiamente, pone a se stesso ed ai suoi coetanei alcune domande con le quali mi ha strappato una risata di gusto. Grazie, Mario.

     Ve lo trascrivo perchè se anche tra voi ci fosse  qualcuno di queste stesse annate, voglia rispondere alle sue domande mentre io mi impegno a fargli avere le vostre eventuali riflessioni in merito.

     ECCO CIO’ CHE HA SCRITTO:

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  1. Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza nè airbag…
  2. Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale…
  3. Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo…
  4. non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni di medicinali, nei bagni, alle porte, alle prese di corrente…
  5. quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco…
  6. Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino invece che dalla bottiglia dell’acqua minerale…
  7. Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari…cosicchè nessuno poteva rintracciarci… Impensabile…
  8. La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (sì anche con il papà).
  9. Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessun, se non di noi stessi…
  10. mangiavamo biscotti, pane, olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso …
  11. Condividevamo una bibita in 4…bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo…
  12. Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box,Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroon su internet…AVEVAMO SOLO TANTI AMICI…
  13. Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell’amico, suonavamo il campanello semplicemente per vedere se lui era lì e poteva uscire.
  14. Sì, Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita, non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati non subivano alcun trauma.
  15. Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano l’anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia, nè di problemi di attenzione, nè di iperattività; semplicemente prendevamo qualche scapaccione e si ripeteva l’anno perchè gli insegnanti avevano ragione.
  16. Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità…e imparavamo a gestirli. La grande domanda allora è questa:                                                            COME ABBIAMO FATTO A SOPRAVVIVERE? A CRESCERE E DIVENTARE GRANDI?                                                 

      Se appartieni a questa generazione, condividi questo post con i tuoi conoscenti della tua stessa generazione ed anche con gente più giovane perchè sappiano come eravamo noi prima!“””

          Caro Mario. Non sarò certamente io a risponderti,SONO MOLTO PIU’ VECCHIO, ma voglio solo dirti che considero questa tua una riflessione molto profonda che, di tanto in tanto, ciascuno di noi dovrebbe porsi rispetto alla generazione successiva per comprendere anche che non sempre il trascorrere del tempo porta solo progresso e, dalle tue affermazioni, so che tu lo hai già capito molto bene e sono orgoglioso di averti avuto tra i miei alunni.

         Per chi ti legge ma non ti conosce mi limito a dire che la vita che hai descritto non riguardava bambini abitanti in un piccolo villaggio di campagna o, peggio, di montagna.

           Questo da te descritto era il modo di vivere in un rione della Città di Novara, il rione Bicocca, la zona in cui si svolse la battaglia della Fatal Novara e determinò l’abdicazione di Carlo Alberto e cambiò le sorti delle guerre di indipendenza e del Risorgimento. La Nebularia che prese il suo nome dalla nebbia che avvolgeva tutto e tutti e ci penetrava nelle ossa.

Informazioni su cordialdo

Nato in provincia di Reggio Calabria dove si è diplomato. Emigrato a Novara a 18 anni dove ha abitato e lavorato per 50 anni. Attualmente, pensionato, vive in provincia di Bergamo. Ama l'alta montagna, soprattutto l'Alta Val Venosta, in provincia di Bolzano dove trascorre le sue vacanze estive ; quest'anno per il 27° anno. Amo gli animali, soprattutto i cani come il mio Spillo che vive con me da 14 anni, raccolto a 6 mesi sull'orlo di una strada provinciale lombarda buttato in un sacchetto come un rifiuto da un'auto in movimento! Sino alla scorsa estate siamo andati insieme in alta montagna oltre i 3.000 m. di quota. Spero di tornarci ancora! Sono in WhatsApp. Appartieni alla cerchia dei miei amici? Chiamami.
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4 risposte a “””COME ABBIAMO FATTO A SOPRAVVIVERE NOI BAMBINI DEGLI ANNI 50-60-70-80?”””

  1. tramedipensieri ha detto:

    Situazione uguale anche nel resto d’Italia….tutto cambiato ora
    In peggio

    Ottima riflessione
    Ciao Osvaldo, saluta Spillo 😊
    .marta

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    • cordialdo ha detto:

      Forse è rimasta meno contagiata dal cosiddetto progresso la parte dei piccoli comuni di campagna e specialmente di montagna dove ancora i ragazzi riescono ad organizzare piccole comunità per giocare insieme anche in modo tradizionale e ad andare in bicicletta nelle strade periferiche naturalmente con il controllo costante delle mamme, delle nonne o di una vicina di casa. Sì, in Alto Adige, nei piccoli centri di montagna, c’è sempre una vicina di casa che “tiene d’occhio” oltre ai propri i figli più piccoli di una vicina. Una specie di “vice mamma” che, a volte, per i più piccoli dove non esiste la scuola materna, assume veramente tale ruolo a pagamento quando la mamma lavora. Naturalmente l’organizzazione della vita dell’infanzia e dell’adolescenza è diversa tra l’estate e l’inverno.
      Spillo ha ricevuto da me al tuo posto una coccola di cui è molto ghiotto! Ed anche uno dei suoi biscotti. Adesso è nella cuccia e verrà a chiamarmi intorno alle 22 perchè lo porti fuori per la sua ultima minzione della giornata. Domani uscirà di meno perchè è prevista pioggia mista a neve e lui odia la pioggia almeno quanto ama la neve. Ciao, Marta. Serena notte. Osv.

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  2. passoinindia ha detto:

    E già! Era proprio cosi.

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